Viene indetto il primo Concorso di Scrittura creativa, in collaborazione con i Soci Coop Lombardia e il Caffè Letterario di Crema
Il celebre clown Dimitri disegna il logo dell’edizione
La Rassegna Concorso ospita 16 gruppi
Per la prima volta, uno spettacolo straniero partecipa in competizione alla Rassegna Concorso
I Laboratori coinvolgono più di 40 classi del territorio cremasco
La speranza da sola non basta.
Sperare è desiderare un bene futuro, “arduo, ma possibile”; è vivere nella tensione verso qualcosa (una condizione, un incontro, un cambiamento) che ci manca e che non abbiamo ancora raggiunto. La speranza, per tutti, riguarda la nostra esistenza sulla Terra; per molti degli uomini si allarga negli orizzonti che stanno oltre la Terra.
La speranza è intessuta di fiducia e desiderio, ma è indispensabile che questi vadano a incrociarsi con l’azione nell’hic et nunc.
Infatti, se è vero che la speranza è un sentimento comune, che è una costante dell’esperienza umana, se è vero che la speranza è l’ultima a morire, è necessario anche costruire le condizioni perché la speranza si realizzi. Non un’attesa passiva ma una proiezione attiva, sostenuta dal senso di responsabilità e dalla solidarietà: non tutto è nelle mani dell’uomo, ma molto dipende da noi.
Per questo non basta pensare che la speranza abbia le ali: il suo volo è il nostro lavoro. Dobbiamo imparare a fabbricare l’arco, faticare per realizzare la freccia, puntare verso il cielo e con muscoli, mira e cuore scagliare.
Di questo tema si occuperanno i laboratori teatrali: dalle piccole speranze quotidiane, alle grandi speranze individuali e comunitarie. Perché fare teatro è immaginare e costruire frammenti del futuro.
Per questi costruttori di speranza, il Franco Agostino Teatro Festival continua a progettare e organizzare le attività che lo contraddistinguono: gli spettacoli, i seminari e gli incontri; i laboratori espressivi e di comunicazione offerti alle scuole e ai gruppi; la rassegna-concorso, a tema libero, di teatro della scuola, che ha portato a Crema gruppi da molte regioni italiane; infine la festa teatrale di piazza, quando le performances dei gruppi – punto d’arrivo dei laboratori – invadono gioiosamente vie piazze cortili e tutto l’itinerario educativo diventa segno visibile nella città, per mostrare a tutti coloro che la abitano e la attraversano che la speranza può e deve essere costruita.