L’artista Aldo Spoldi e il gruppo Elio e le Storie Tese animano l’Evento Espositivo dell’anno: la mostra “Enrico va a scuola”
Il FATF riceve la medaglia del Conseil Régional d’Îlede France e del Sénat Francais
Per il primo anno, la chiusura dell’edizione è affidata a un grande spettacolo ospite
La Rassegna Concorso ospita 13 gruppi
37 classi partecipano ai Laboratori
Nella mappa del Franco Agostino Teatro Festival, la festa di piazza occupa il centro. Per lo sguardo di passaggio dello spettatore comune, per qualche ora, al culmine della primavera, Crema si veste di occhi felici, piedi che danzano, suoni, colori, storie rappresentate. Ma i genitori, gli insegnanti, gli educatori, i bambini, i ragazzi, gli adulti e gli anziani che seguono e vivono l’esperienza del FATF – un fiume di cittadini grandi e piccoli, di città e di paese, in salute o con qualche acciacco – sanno bene che la festa non si limita a poche ore: la festa del Festival dura un anno.
Non bruciamo tutto nel tempo effimero di un evento. La festa teatrale di piazza, che chiude ogni anno il Festival, è solo il punto di arrivo. C’è un lungo processo di azioni e di relazioni che ci accompagna nel tempo feriale. Nei giorni e nei mesi degli incontri, delle riunioni, dei seminari, dei laboratori teatrali, degli spettacoli offerti a bambini, ragazzi e adulti, la festa del teatro ci contagia. Tutti abbiamo bisogno dell’arte e della bellezza: fare e vedere teatro è un’occasione straordinaria per incontrare arte e bellezza.
Favorire l’accesso dei bambini e dei ragazzi alla pratica e alla conoscenza dell’arte del teatro è l’obiettivo primario del FATF. Per realizzarlo, il Festival semina continue occasioni di crescita nella quotidianità: propone un tema da condividere, intorno al quale si rinforzino i processi di appartenenza e di aggregazione; organizza incontri con gli insegnanti e gli educatori; offre centinaia di ore di laboratori espressivi, teatrali, di comunicazione alle scuole e ai gruppi che partecipano alla festa di piazza; organizza spettacoli rivolti a tutti; prepara approfondimenti tematici per i più grandi e per gli adulti. È un impegno ampio e capillare, che costruisce un tessuto forte di relazioni e di solidarietà. Per questo il Festival valorizza, nel territorio provinciale, le comunità scolastiche, educative, i gruppi che affrontano la malattia e il disagio sociale e intreccia il suo progetto con il loro percorso.
Poi, a tappe regolari, l’esperienza del Festival si apre: apre le persone, le famiglie, i gruppi, le scuole, la città, mentre crea occasioni di scambio simbolico e reale. Ecco allora la mostra- evento, in cui, ogni anno, un artista esplora il tema intorno a cui si polarizza l’attenzione del Festival e che alimenta, con le opere esposte, l’immaginario dei ragazzi e degli adulti coinvolti nell’azione creativa. Ecco la rassegna-concorso, a tema libero, che permette di vedere e conoscere le pratiche di teatro della scuola condotte in altri luoghi: un momento essenziale di confronto e di incontro che ci stimola a non rinchiuderci in un orizzonte autoreferenziale; uno spazio in cui le giurie esterne, invitate per l’occasione e continuamente rinnovate,
ci osservano e ci spronano ad un processo dinamico. Infine la festa teatrale di piazza, in cui confluiscono i frutti del lavoro di un anno: i laboratori presentano alla città brevi performances che animano gli spazi urbani e vengono montate da un regista in una grande fiera dell’immaginario, mentre i gruppi scelti nelle preselezioni della rassegna-concorso ripropongono i loro spettacoli e arrivano alla premiazione finale.
In questa edizione, il Festival apre un triennio dedicato ai valori essenziali della Costituzione. Si avvicina il sessantesimo anniversario della nostra carta costituzionale: proviamo a rileggere questo testo, ad attraversarlo, a vedere se e come, qui e ora, le parole scritte – che furono prima fiato e idee – trovano concretezza e diventano motore di azione. Cominciamo dal semplice e pregnante incipit dell’art. 34: La scuola è aperta a tutti. È il tema di quest’anno: ci parla di diritto allo studio come base della costruzione della società civile, di necessità dell’integrazione, di solidarietà… Possiamo provarci.