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Franco Agostino Teatro Festival

dal 1999 il Teatro dell'Educazione

Franco Agostino Teatro Festival > Edizioni > Cialtroni e ciarlatani

Cialtroni e ciarlatani

Anno:
2003/2004
Edizione:
VI Edizione
Tema:
Le maschere della Commedia dell’Arte
Colore Edizione:

Il Piccolo Teatro di Milano ospita i vincitori della Rassegna Concorso sul proprio palcoscenico prestigioso: è l’inizio di un intenso sodalizio

L’artista e operatore teatrale Antonio Catalano è il regista della Festa di Piazza

17 gruppi partecipano alla Rassegna Concorso

Gli spettacoli vincitori della Rassegna Concorso sono ammessi di diritto alla rinomata Rassegna Teatrale di Serra San Quirico

Vengono attivati 6 Laboratori tematici, in collaborazione con alcuni Enti autorevoli come la Fondazione La Scala e il Piccolo Teatro di Milano

Storie di un seme, vita di un albero

Fin da piccolo Franco teneva in tasca un seme.

Se lo metteva vicino all’orecchio, aprendo piano il pugno, sotto quella scorzetta fatta di racconti sentivi agitarsi capriole e pernacchie, sussurri e risatine, dolci ninne nanne e balli a gambe all’aria.

Era un seme speciale, quel seme, era il seme dell’albero del teatro. A Franco piaceva farlo ascoltare all’orecchio di mamma e di papà, della sorella e di tutti i suoi amici: all’orecchio di Checco e della sua “Compagnia del Santuario” e poi ancora a quello di Marco, Mattia, Amaiur, Anna, Michele, Demalie, Marta, Andrea, Giovanni, Nicola, Chiara, Marcello…

A tutti loro Franco, quando se n’è andato, un mattino di giugno del 1998, ha regalato quel seme, e sono stati loro i primi a piantarlo in terra buona, la terra grassa e morbida di casa.

Quasi senza innaffiare, alle prime spruzzate di pioggia e di sole, un esile fusticino verde a fatto presto capolino. Su di lui si è chinato un nonno con gli occhi profondi e trasparenti come il mare, le mani colorate che guizzavano su un cartoccio di fogli sparpagliati. Si chiama Lele quel nonno, il nonno Luzzati che Franco aveva tanto amato. Portava anche lui un dono per il nuovo albero, perché crescesse nel tempo con sempre maggior vigore: un teatrino di carta che si popola ogni anno di nuovi personaggi.

Con quel dono il tronco si è fatto subito più robusto e i giovani rami sono riusciti a creare in poco tempo, tutti orgogliosi, il loro primo ombrello di foglie, alla cui ombra si sono ritrovati per fare teatro molti gruppi delle scuole di Crema e della Provincia. È così che l’albero ha dato il suo primo frutto, il Franco Agostino Teatro Festival, un girotondo di spettacoli fatti dai ragazzi per i loro compagni e per tutta la città.

Nutrito dalla linfa degli spettacoli e dall’entusiasmo dei ragazzi, l’albero del teatro cresceva a vista d’occhio. Il suo tronco si allungava a ogni stupore e si allargava per la commozione, i suoi rami si contorcevano dalle risate, mentre le sue radici si ficcavano sempre più in giù e sempre più in là per raccogliere tutto il teatro che sentivano risuonare d’intorno.

Anche i frutti si moltiplicavano. Oltre al Festival, che nasce grosso e succoso come un’anguria all’incontro dei rami più spessi, ecco spuntare tra i rami più alti i Laboratori, specie di banane di tutti i colori su cui può liberamente navigare la fantasia di almeno venti o trenta ragazzi per volta, oppure, nelle zone più fitte di foglie, le Mostre, melagrane magiche che si aprono allo sguardo, dischiudendo in forme e colori sempre diversi chicchi tintinnanti e rilucenti come perle, e infine, piccoli come ciliegie, i Convegni e gli Incontri, della stessa famiglia delle Conferenze, anche se più gustosi e meno pesanti.

A contenere tanta voglia di fare insieme teatro, stando in compagnia di musiche, canti, danze, spettacoli e mostre, non bastava più il giardino di casa e neppure il bel teatro San Domenico. Per quel grande albero ci voleva ormai una grande piazza e una grande Festa, un giorno speciale dove si avesse tutto il tempo di perdere tempo, di incontrare vecchi amici e di scoprirne di nuovi, di fare le cose serie per gioco e di giocare sul serio. Per questo, una volta l’anno, l’albero del teatro ha scelto di mettere le sue radici nella piazza, coinvolgendo la città nella grande mangiata del Festival cocomero, con prelibato contorno di Laboratori banana, di Mostre melagrana e, senza esagerare, di Convegni e Incontri ciliegia. Una vera abbuffata!

Infine, appesi ai rami, gli amici di Franco e dell’albero del teatro hanno scritto su foglietti di carta i loro nomi. A sentirli frusciare tutti insieme, nelle notti d’estate, sembrano sussurrarsi dolci parole, mentre nelle notti d’inverno, splendenti come minuscoli ghiaccioli, tintinnano al vento musichette natalizie.